di Chiara Demichelis e Enrico Machetta – Studio MA.DE
Con un consumo pro capite annuo di 3,8 litri, un mercato del valore di 167 milioni di euro, pari a 29,1 milioni di litri importati, di cui 2664 tonnellate di vini italiani (dati 2020 agenzia ICE), il mercato del vino a Dubai risulta territorio da esplorare per aziende vitivinicole interessate all’apertura di nuovi mercati.
Vendere alcolici in un Paese a maggioranza musulmana non è un azzardo: Dubai è da tempo un hub del lusso e delle opportunità che attira capitali da tutto il mondo. L’80% del vino importato è infatti destinato al settore horeca (hotel, restaurant, catering) e viene quindi proposto nell’ambito dell’accoglienza internazionale.
La visibilità ottenuta nel Paese degli Emiri dal made in Italy è oggi altissima grazie all’eccezionale vetrina di Expo che ha visto protagonista Padiglione Italia e le eccellenze del Bel Paese. I prodotti italiani presentati e apprezzati dal grande pubblico a Expo, saranno particolarmente richiesti dai clienti internazionali in ambito turistico e di accoglienza: un’opportunità da cogliere.
Metodo vincente per approcciare tale mercato è partecipare a missioni esplorative imprenditoriali che forniscono contatti con istituzioni e possibili partner locali, per creare fin dai primi passi relazioni e collaborazioni alla base di una corretta strategia di esportazione. L’agenzia ICE (https://www.ice.it/it/mercati/emirati-arabi-uniti) rappresenta un ottimo canale, anche per micro-imprese e PMI per assumere informazioni e organizzare una mirata missione imprenditoriale.
Quali sono i documenti utili per esportare vino a Dubai? La fattura commerciale che dovrà specificare, oltre agli abituali elementi, anche il porto di destinazione, le spese di trasporto e assicurazione e contenere l’attestazione, rilasciata dalla Camera di Commercio circa la congruità del prezzo; i documenti di trasporto, cioè bill of lading per il trasporto via mare e air waybill per il trasporto via aerea; il certificato di origine emesso dalla Camera di Commercio ed attestante tipo e quantità del prodotto, nonché il Paese di origine; il certificato di analisi rilasciato dal Dipartimento dell’Agricoltura che certifica che il prodotto risponda agli standard prescritti.
Il dazio doganale sugli alcolici ammonta al 50%, e viene praticato un ulteriore dazio del 30% per la vendita al dettaglio: il vino a Dubai è considerato un prodotto di lusso ed il mercato è disposto ad acquisirlo a prezzi davvero interessanti per i produttori.
Tra i Paesi del Medio Oriente, gli Emirati Arabi rappresentano il primo mercato di destinazione del nostro export e, per valore di interscambio, sono il nostro terzo partner commerciale. Tutto ciò che è made in Italy viene grandemente apprezzato nei Paesi del Golfo e gli operatori citano spesso al riguardo la regola delle tre F: Food, Fashion e Furniture.
Nell’immaginario occidentale Dubai e gli Emirati rappresentano il Paese delle Mille e Una Notte, dove immergersi nelle atmosfere del fiabesco oriente, ma l’operatore commerciale non deve sottovalutare la grande opportunità di business, il crocevia di popoli, culture, investimenti, tecnologie e idee: proporre le nostre eccellenze su tale mercato rappresenta un valore aggiunto per le realtà aziendali nostrane.
foto di apertura da Wikimedia Commons